Un totale di 58 opere tra dipinti, grafica e scultura, materiale che risale al periodo compreso tra gli anni Trenta e Settanta del Novecento fortemente voluto al tempo perché in linea con certe predilezioni artistiche e, il più delle volte, donato in seguito all’organizzazione di mostre internazionali. La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma rende omaggio a Palma Bucarelli, prima donna ad essere nominata direttrice di un museo in Italia.
Chiamata a coordinare il lavoro all’interno della struttura capitolina nel 1942, con entusiasmo e autorevolezza quest’ultima pose le basi per un percorso di vero e proprio rinnovamento, come testimoniato dal notevole acquisto di opere e dalla costante programmazione di allestimenti legati all’astratto-informale che si susseguirono nella prima metà del secolo scorso. Fino al 26 novembre, gli spazi della Galleria accolgono la collezione privata della Bucarelli, il cui lascito testamentale alla struttura avvenne nel 1998.
L’esposizione unisce un’anima indubbiamente figurativa ad un’altra invece più astratta. Se la prima include progetti concepiti negli anni Trenta e Quaranta da personaggi come Savinio, Pisis, Martini e Mazzacurati, la seconda evidenzia il contributo importante che i vari Dorazio, Franchina, Consagra e Turcato hanno dato all’arte durante il ventesimo secolo.
Opere diverse in quanto a stile, resa e idea di fondo: per i visitatori la possibilità di scoprire il passato della Galleria attraverso gli occhi di chi l’ha gestita con passione fino al 1975.