Centinaia di opere suddivise in due sedi con un quadro in particolare a fungere da perno. Si sviluppa tra Palazzo Venezia e Castel Sant’Angelo “Labirinti del cuore”, mostra curata da Enrico Maria Dal Pozzolo visibile fino al 17 settembre e il cui sottotitolo riesce a sintetizzare alla perfezione quello che è il contenuto dell’allestimento: “Giorgione e le stagioni del sentimento tra Venezia e Roma”.
Tutto ruota intorno al quadro intitolato “I due amici”, doppio ritratto firmato dal maestro di Castelfranco che non solo è ritenuto uno dei capisaldi della sua produzione, ma rappresenta un autentico punto di svolta nella ritrattistica italiana di inizio Cinquecento. In primo piano il giovane dallo stato d’animo segnato da sofferenza ed estasi, alle sue spalle l’amico con un’espressione che va in netto contrasto perché non colpito dalla freccia di Cupido. Chiaro che ci si trova di fronte ad una tela influenzata da un complesso clima culturale, almeno a Venezia filtrato dal rinnovato interesse per Petrarca.
“Labirinti del cuore” dà vita ad un percorso articolato che si avvale della presenza di 45 dipnti, 27 sculture e ben 36 libri a stampa e manoscritti, oggetti dal peso importante a livello critico.
A Castel Sant’Angelo la seconda parte dell’esposizione, con lavori che giungono da tanti musei sparsi per il mondo. Tra gli autori in attività nello stesso periodo in cui operò Giorgione ecco, tra gli altri, Barocci, Tiziano, Tintoretto, Romanino e Ludovico Carracci.