Un altro capitolo si aggiunge al travagliato percorso che dovrebbe portare alla costruzione del nuovo stadio della Roma. Della vicenda dovrà occuparsi anche l’Autorità nazionale anticorruzione, pronta ad avviare un’inchiesta. Una procedura dettata dalla presentazione di un esposto preparato dal Codacons, dove si richiede in pratica di esprimere un giudizio in merito al parere dell’Avvocatura che nel mese di febbraio portò il Campidoglio a dare il via libera all’impianto.
Il fascicolo non è ancora stato aperto, ma l’Anac si appresta ad attivarsi per verificare i presunti passaggi critici che hanno accompagnato il cambio di “visione” tra i grillini. In programma c’è l’avvio di un’attività di vigilanza caratterizzata dall’acquisizione di documenti oltre all’ascolto di chi è stato coinvolto nella stesura del progetto. Ecco perché Raffaele Cantone potrebbe sentire a breve alcuni componenti della Giunta.
Le accuse del Condacons vertono su un particolare periodo riconducibile all’inverno scorso, quando in Comune c’era da sciogliere il nodo stadio con un Paolo Berdini orientato verso il no e il rischio di una causa milionaria dietro l’angolo. Virginia Raggi ha bisogno di un nuovo parere per trovare un accordo con Luca Parnasi e la Roma.
Aggirando l’Avvocatura capitolina si mette in contatto con Carlo Sportelli e Andrea Magnanelli, a capo della stessa ma in momenti diversi (per il secondo parliamo dell’era Alemanno). Il nuovo parere, contenente a quanto pare dei dubbi circa alcuni passaggi di legittimità sulla società che controlla il club giallorosso, viene redatto, stampato e consegnato in un’unica copia al sindaco, rimandendo ignoto a chiunque altro. La palla passa ora all’Anticorruzione.