Roma non vuole farsi trovare impreparata.
L’urbe di fatto convive già da mesi con uno stato di allerta permanente. Ma dopo l’ultimo attentato terroristico al London Bridge di Londra, il Ministero dell’Interno ha dettato nuove regole per assicurare la sicurezza nella capitale.
In una riunione straordinaria del comitato provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza, è stato stabilito che d’ora in poi gli steward privati siano addestrati nei commissariati di polizia. Lì impareranno a gestire le risse e a notare eventuali comportamenti anomali nel pubblico.
Essenziale per il capo della polizia, Franco Gabrielli, è riuscire a monitorare i grandi eventi previsti nella capitale durante i mesi estivi. L’obiettivo è evitare che anche a Roma possa accadere quanto successo in piazza San Carlo a Torino, dove la paura di un attacco terroristico ha causato oltre mille feriti. Per farlo, sottolinea Gabrielli è essenziale predisporre delle vie di fuga adeguate.
Anche i luoghi della movida romana saranno monitorati dai 2 mila soldati già presenti in città per l’operazione strade sicure. Così come metropolitane e scali aeroportuali rimangono sotto sorveglianza speciale.
E se il rischio zero di attentati non è un obiettivo raggiungibile, appare inevitabile cambiare abitudini per limitare il più possibile il rischio di attentati.