Roma, rifiuti. Nuovo cda di Ama: “Impegno sulla difficile situazione economico-finanziaria. Piano da rivedere”

Tra le priorità, hanno dichiarato dall’Ama, c’è la rivisitazione del piano industriale

Ama si rimbocca le maniche e riparte. O almeno ci prova. Stavolta il nuovo cda concentra il proprio impegno sulla situazione economico finanziaria e sull’organizzazione della raccolta differenziata. Tre impianti di compostaggio da 100 mila tonnellate complessive. Uno multimateriale da 80 mila. 111 milioni di investimenti fino al 2021. Questi i numeri del piano messi a punto dall’azienda municipalizzata ad inizio mese. Ma non basta.

Ed ecco che i primi dissapori tra Comune e Regione già sono venuti a galla.

È il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, a ribadire che una politica che ha la pretesa di portare i rifiuti di Roma in altri comuni può far scattare una rivolta di chi è contrario.

Sono infatti i comuni dell’hinterland romano a respingere l’immondizia della Capitale. Dopo Monterotondo e Palestrina, ora anche Fiumicino e Cerveteri ribadiscono di non voler la pattumiera di Roma.

Al termine di due settimane di allarme e un weekend di interventi straordinari, il Campidoglio ora vuole riuscire, entro il 2021, a ristabilire un equilibrio e far rientrare l’emergenza rifiuti capitolina.

Nel frattempo però rimane un grande vuoto nel nuovo piano industriale, che sta nell’assenza di una soluzione reale e immediata per lo smaltimento dei residui indifferenziabili.

Se il sistema entrerà a regime tra non prima di 4 anni, ci si chiede ora dove verranno portati i rifiuti? Ama dichiara l’intenzione di affrancarsi dall’estero entro la fine del 2018. Ma i dubbi e la preoccupazione dei cittadini restano.

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