335 uomini, rastrellati dai nazisti tra i passanti, i prigionieri politici e comuni. 335 vite giustiziate per saziare la sete di vendetta del comando tedesco che aveva perso 33 uomini nell’attentato partigiano di via Rasella. Il 24 marzo del 1944 i prescelti furono condotti nelle antiche cave di pozzolana alle porte di via Ardeatina, giustiziati e lì sepolti sotto le macerie create dall’esplosione provocata dai nazisti per occultare i cadaveri.
73 anni dopo Roma continua a ricordare uno degli eventi più traumatici della storia della Resistenza italiana al nazifascismo. Fondamentale è riuscire a trasmettere la memoria alle generazioni future.
Mantenere vivo il mausoleo delle Fosse Ardeatine, per fare tesoro del passato, solo così si potrà permettere al nostro Paese di affrontare le sfide della modernità scongiurando il rischio di perdere di vista la propria identità e i valori su cui è stata costruita l’Italia liberata.