“Il problema sono i rifiuti! Non io”. Si difende così l’assessore all’ambiente di Roma, Paola Muraro, indagata nell’inchiesta su Ama e la gestione dei rifiuti nella Capitale. Sono emerse circa trenta telefonate, trascritte dai Carabinieri del Ros e allegate agli atti del nuovo fascicolo, riguardanti conversazioni tra Muraro con Fiscon e con l’ex amministratore delegato di Ama Franco Panzironi. Inoltre vi sono anche dei dialoghi di acluni funzionari che parlano del suo ruolo. Quello che le viene contestato in maniera più grave, riguarda il suo incarico all’interno di Ama: non una normale consulente, ma una vera e propria manager che aveva la delega e la gestione degli impianti di rifiuto. Secondo le indagini, Muraro avrebbe favorito la contraffazione dei risultati sia per quanto riguarda la quantità, sia per la qualità del materiale trattato. Dagli Approfondimenti effettuati dai Carabinieri, l’assessora, avrebbe agevolato sopratutto le aziende del Ras dei rifiuti Cerroni, accettando che gli impianti di Ama lavorassero a regime più basso e consentendo così alle ditte private di poter smaltire il resto della spazzatura. Inoltre è stato scoperto un accordo siglato da Fiscon per farsi assistere nei processi proprio da Muraro. I dirigenti possono ottenere che le spese vengano pagate dall’azienda solo se il reato contestato è nell’esercizio delle funzioni, e dunque escludendo il dolo. Fiscon aveva invece fatto si che le parcelle della Muraro fossero pagate comunque, traendone sicuramente un vantaggio economico. I magistrati stanno verificando se convocare l’assessora e interrogare Fiscon, oppure se sollecitare direttamente il giudizio ritenendo che il quadro sia sufficiente a svolgere un processo con rito immediato. A breve la palla passerà in mano alla Raggi. Quando gli atti saranno resi pubblici, la giunta del Campidoglio dovrà affrontare l’ennesima prova e decidere che posizione assumere riguardo all’attuale assessore dell’ambiente di Roma: Paola Muraro
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