Gli occhi dolci, le rughe sul viso, i grandi gesti e il calore umano dato a chi ne aveva più bisogno. Madre Teresa di Calcutta da oggi è Santa. Dal sacrato di San Pietro, per lei, battono le mani 13 Capi di Stato e oltre 100mila fedeli che hanno atteso ore sotto il sole.
Dal Vaticano, presidiato, Papa Francesco la ricorda: “Ha fatto sentire la sua voce ai potenti della Terra – dice -, perché riconoscessero le loro colpe dinanzi ai crimini della povertà creata da loro stessi”. Poi la proclamazione in latino e la santificazione.
Istancabile operatrice di misericordia, difficile dimenticarsi di lei: la suora di origini albanesi che a Calcutta decise di servire i poveri, gli affamati, i malati di lebbra, di Aids. Una vita dalla parte degli ultimi, una fede profonda che la porta a fondare nel 1950 la comunità religiosa delle Missionarie della Carità.
Forte, caparbia e risoluta con i poteri forti. Dolce e amorevole come una madre accogliente verso i suoi figli, tutti uguali ai suoi occhi.
Madre Teresa di Calcutta assiste i lebbrosi a Tigarath, inaugura la casa dei morenti a Kalighat, accudisce i bambini abbandonati alle pendici dell’Himalaya; Diventa un’icona di misericordia, di amore incondizionato verso il prossimo, dimostrato non a parole ma con i fatti.
“Si è chinata sulle persone sfinite, lasciate morire ai margini delle strade, riconoscendo la dignità che Dio aveva loro dato” – ha ricordato il Papa durante la cerimonia -. La misericordia è stata per lei il sale che dava sapore a ogni sua opera, che portava un barlume di gioia a chi non aveva neppure le lacrime per piangere la propria povertà”.
Premio Nobel per la Pace nel 79, Beata dal 2003 e dal 4 settembre di quest’anno Santa. Anche se per tutti rimarrà sempre e soltanto Madre Teresa di Calcutta.