Sara di Pietrantonio, 22 anni. Un altro nome che allunga la lista delle vittime di femminicidio. Un amore malato quello di Vincenzo Paduano, 27 anni, vigilantes, che, incapace di rassegnarsi alla fine della storia, decide di cancellarne ogni traccia bruciando viva l’ex fidanzata. E’ lui a confessarlo domenica notte dopo le lunghe ore di interrogatorio, piegato dalle prove schiaccianti, immagini video, testimonianze, tracciati del gps dell’auto : “Ho visto che bruciava, urlava…E’ vero, sono un mostro”. E’ la gelosia che muove le sue azioni: l’attesa di Sara sotto casa di Alessandro, il ragazzo con cui la vittima si vedeva da pochi giorni, l’inseguimento e il tamponamento per constringerla a fermarsi, la lite e l’alcol gettato addosso alla giovane. Stalking, premeditazione come nel più classico dei femminicidi, ma l’efferatezza del delitto lascia senza parole anche gli inquirenti: “In 25 anni di lavoro non avevo mai visto un delitto cosi’ atroce”, così il capo della Squadra Mobile, Luigi Silipo. Inoltrata la richiesta di convalida del fermo in attesa dell’interrogatorio di garanzia, mentre il pm Fazi ha disposto l’autopsia. In questa storia un’altra ombra c’è: e prende forma nell’indifferenza delle auto a cui Sara in quei momenti ha chiesto aiuto. Nessuno si è fermato, nessuno ha capito o ha avuto il coraggio di cambiare il finale a questa storia.
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