È partito tutto dalla gestione piccolo bar all’ombra del Cupolone. Poi ancora un altro, e un altro ancora per colonizzare la Capitale. Così, a due passi dal Vaticano, si era formata una cosca criminale trasversale composta da ‘ndrangheta, camorra e esponenti del clan dei Casamonica. Un’organizzazione ben strutturata che operava dagli anni ’90 e smantellata dalla divisione anticrimine della Questura. Una squadra mobile e i poliziotti di 28 commissariati hanno collaborato nel maxi sequestro di 25 milioni di euro di patrimonio. 30 auto, decine di conti in banca, 10 immobili e 43 società sono state chiuse e messe sotto sequestro. Molte di queste erano Onlus e imprese individuali che servivano a riciclare il denaro sporco.
Una cupola che aveva radici ben salde sul territorio romano: in particolare nella zona di Borgo Pio, a due passi da San Pietro. “Pio er Caffè”, “L’angolo d’Oro” e l'”Hostaria Sora Franca”: sono gli esercizi commerciali che il clan gestiva sotto falsi nomi. I locali erano tutti intestati a cittadini cinesi, stranieri o a parenti incensurati. Enorme il giro illecito di traffico di stupefacenti. Con le dosi di cocaina provenienti dalla Calabria per essere rivendute a Roma. Strettissimo il legame con il clan Sinti e con altri camorristi che collaboravano alla rivendita. Un malaffare tra la criminalità organizzata calabrese, romana e campana che insieme cercavano e di colonizzare Roma.
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