È più grande datore di lavoro della Capitale, con 23mila dipendenti e tasso di assenteismo più alto di Italia. Parliamo del Campidoglio, il Comune di Roma che porta a casa un’altra maglia nera nella macchina amministrativa nazionale.
Malattie, ferie, permessi sindacali le scuse con cui solo l’anno scorso sono rimasti a casa 5mila dipendenti ogni giorno, un quarto degli assunti capitolini.
Per i furbetti assenteisti la musica sta cambiando e ad assicurarlo è il commissario straordinario Francesco Paolo Tronca, venuto da Milano per governare la difficile macchina comunale e i tirare le orecchie a chi, in questi anni, se ne è lavato le mani.
Nei primi sessanta giorni del suo mandato sono stati licenziati già due impiegati che, in un anno, avevano maturato oltre 115 giorni di assenze ingiustificate dal posto di lavoro. Ma non è tutto, è in arrivo un’ulteriore stretta: più controlli e un decreto legge che punisca con il licenziamento l’assenteismo irregolare, le soluzioni offerte dal prefetto per punire i furbetti dai permessi facili.
Congedi parentali, malattie, licenze sindacali che arrivavano spesso e volentieri a ridosso del week-end. Una strana coincidenza, neanche fosse scoppiata un’epidemia negli uffici comunali. Secondo quanto si evince dal rapporto reso pubblico dallo stesso Comune sulle presenze dei suoi dipendenti, è il Dipartimento politiche abitative (66 unità) a detenere il record, con un un tasso di assenza annua è di circa il 28%. Segue l’ Avvocatura con il 38 % e il settore della Polizia municipale con il 22%. Scrivanie vuote, uffici deserti, disservizi e la rabbia dei cittadini. Una vecchia storia che non può più andare avanti a spese dei romani e dello stato intero.