Era il febbraio del 1816 quando il compositore Gioacchino Rossini debuttava al Teatro Argentina con l’opera “Il Barbiere di Siviglia”.
Sono passati 200 anni da quella magica, storica sera. La composizione, scritta in tutta fretta e pluricriticata all’epoca, oggi è la più rappresentata in tutto il mondo.
A ricordarlo è il Teatro dell’Opera di Roma che, in occasione del bicentenario della composizione, aprirà il suo sipario inscenandola dall’11 al 21 febbraio.
Dopo il successo della Cenerentola Rossiniana, con la regia di Emma Dante, a dirigere Il Barbiere di Siviglia nel teatro capitolino ci sarà il Maestro Donato Renzetti con la Regia di Davide Livermore.
Tradizione e comicità si mescoleranno sul palco per dar vita a una rappresentazione musicale e drammatica di straordinaria originalità. Ci saranno Il Conte d’Almaviva, innamorato della giovane Chiara Amarù che vestirà i panni di Rosina e l’immancabile Figaro, barbiere tuttofare interpretato dal tenore Florian Sempey.
Novità dell’opera lirica un cast giovane per un pubblico giovane che potrà acquistare i biglietti a prezzi ridotti.
Una regia firmata da Livermore che promette un “Barbiere di Siviglia” che apparirà agli occhi degli spettatori diverso ma classico come proiettato in un caleidoscopio visivo.