Emergenza sanitaria, confermate le restrizioni per Natale: appello di Marco Squarta

Niente spostamenti il 25 e il 26 dicembre e l'1 gennaio: il Presidente dell'Assemblea legislativa umbra chiede di cambiare i parametri per i piccoli Comuni della Regione
«Le misure sono queste e le confermiamo e le norme restano queste», così il ministro della Salute, Roberto Speranza, rispondendo a una domanda sull’eventuale revisione delle misure per i giorni del 25, 26 e 31 dicembre e 1 gennaio in merito agli spostamenti tra Comuni. «In questa fase non possiamo permetterci spostamenti che non siano indispensabili e il messaggio del Governo vuole essere questo: nei giorni più caldi, dove c’è più rischio che salga la mobilità, chiediamo un sacrificio alle persone».
Una richiesta di rimuovere i divieti di spostamento tra Comuni per Natale era arrivata nei giorni scorsi anche dal presidente dell’Assemblea legislativa umbra, Marco Squarta, definendo ambigui e incoerenti i provvedimenti adottati dal Governo. Squarta ha presentato anche una mozione in cui impegna la giunta Tesei ad attivarsi presso l’esecutivo nazionale per intervenire contro questa illogica decisione che penalizza tante persone che vivono sole nei nostri piccoli Comuni e che, a differenza di coloro che abitano nelle grandi metropoli, non potranno ricevere neppure una carezza dai loro cari nei giorni di festa a causa di una semplicistica suddivisione dell’Italia per territori.
Squarta rivolge inoltre un appello a tutte le forze politiche affinché tutti i sindaci indipendentemente dal partito di appartenenza, sostengano ognuno attraverso le proprie competenze, l’iniziativa per rimuovere il divieto in quanto si tratta di una questione di buon senso. «Sono favorevole alle restrizioni per contrastare la pandemia di coronavirus – spiega il Presidente dell’Assemblea – ma non sono d’accordo quando il Governo nazionale consente agli abitanti di Roma, Milano o Napoli di circolare liberamente nel territorio comunale il 25 e il 26 dicembre e impedendo allo stesso tempo la mobilità a coloro che risiedono nei piccoli Comuni dell’Umbria e che, paradossalmente, si ritrovano ad abitare a distanze assai inferiori in termini di chilometri».
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