Turbativa d’asta per la fornitura di mascherine: in manette un imprenditore di Cassino

Le attività investigative avrebbero tratto origine da una denuncia effettuata da Consip alla Procura della Repubblica di Roma, con riferimento a una serie di anomalie riscontrate nell'ambito della procedura di una gara, del valore complessivo di oltre 253.000.000 di euro, bandita perl'approvvigionamento di dispositivi di protezione individuale e apparecchiature elettromedicali

Arrestato dal Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma un imprenditore di 42 anni: l’accusa è di turbativa d’asta e inadempimento di contratti di pubbliche forniture. A emettere l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, il gip del Tribunale.

Le attività investigative avrebbero tratto origine da una denuncia effettuata da Consip alla Procura della Repubblica di Roma, con riferimento a una serie di anomalie riscontrate nell’ambito della procedura di una gara, del valore complessivo di oltre 253.000.000 di euro, bandita d’urgenza per garantire l’approvvigionamento di dispositivi di protezione individuale e apparecchiature elettromedicali.

Come chiarito dalle Fiamme Gialle, il lotto nunero 6 della gara, dell’importo di circa 15.800.000 euro, relativo alla fornitura di oltre 24.000.000 di mascherine chirurgiche, è stato aggiudicato ad una Società Agricola a Responsabilità Limitata che, con la sottoscrizione di apposito accordo quadro con Consip, si impegnava, tra l’altro, alla consegna di 3.000.000 di mascherine entro 3 giorni dall’ordine.

Sin dai primi contatti con la stazione appaltante pubblica, finalizzati all’avvio della fornitura, l’imprenditore fermato interloquiva per conto dell’impresa, sebbene non risultasse nella compagine societaria, lamentando l’esistenza di problematiche organizzative relative al volo di trasferimento della merce, già disponibile in un punto di stoccaggio in Cina. Permanendo l’inadempimento alla data di scadenza prevista nel contratto per la 1^ consegna di mascherine, attraverso la collaborazione dell’Agenzia delle Dogane, è stata effettuata presso l’aeroporto cinese di Guangzhou Baiyun un’ispezione capace di accertare l’inesistenza del carico dichiarato.

Come se non bastasse, i successivi approfondimenti a carico della società hanno fatto emergere anche pregresse posizioni debitorie per violazioni tributarie, il tutto per oltre 150.000 euro nei confronti dell’erario L’intera indagine ha consentito di dare pieno riscontro dei fatti denunciati e fornire ulteriori elementi idonei a rinforzare il quadro accusatorio. Le risultanze acquisite hanno infine dimostrato come la società del 42enne fosse una sorta di scatola vuota destrutturata, caratterizzata da un vero e proprio stato di inoperatività per totale assenza di dipendenti, strutture, mezzi e capitali nonostante le obbligazioni nascenti da un contratto come quello originariamente aggiudicato.

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