Uccise Umberto Ranieri con un pugno: arrestato giovane tunisino

"Non sporcate", queste le parole da cui scaturì la lite che portò alla tragica morte del pittore abbruzzese

Dopo tre mesi e numerosi indagini, ha un volto e un nome il ragazzo, di origini tunisine con cittadinanza italiana acquisita di recente, responsabile della morte dell pittore cinquantacinquenne Umberto Ranieri, di Chieti ma ormai a Roma da anni e conosciuto nel mondo dell’arte con il nome di Nniet Brovdi, aggredito lo scorso 17 marzo Largo Preneste.

“NON SPORCATE”, sarebbero queste le parole costate la vita a Ranieri, che chiedeva ad un gruppetto di ragazzi che stavano mangiando una bustina di semi di girasole di non lasciare sporco in terra. Ne scaturì una discussione e da li il pugno violento che lo fece cadere a terra e sbattere la testa. Botta a cui Ranieri non è sopravvissuto, morendo dopo due giorni di agonia in ospedale.

L’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, caratterizzata dai pochi elementi indiziari acquisiti dalle testimonianze di alcuni presenti, si è basata principalmente: sulla analisi dei filmati di 30 telecamere di circuiti di videosorveglianza installati nei pressi del luogo in cui si è verificato l’evento e sui mezzi pubblici in transito negli orari compatibili con quello in cui si è verificato l’evento; sullo studio di oltre 70.000 record di telefonate e servizi messaggistica vari, registrati da diversi ponti ripetitori installati in diversi punti della Capitale; su una approfondita analisi di social media intelligence.

Proprio le immagini delle telecamere del negozio dove i ragazzi avevano acquistato i semi di girasole hanno confermato quanto raccontato dai testimoni e portato infine all’arresto del giovane, ora rinchiuso in attesa dell’udienza di convalida presso il carcere Roma Regina Coeli.

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