“Mi riscatto per Roma” come modello da esportare a livello internazionale

La sindaca Raggi fa il punto sull'iniziativa davanti alla delegazione del carcere di Città del Messico

Verso una società più umana. Questa la rotta intrapresa da Roma Capitale, che con il progetto “Mi riscatto per Roma”, si pone come obiettivo la riabilitazione sociale dei detenuti del carcere di Rebibbia attraverso il lavoro. Nella prestigiosa cornice dei Musei capitolini, la sindaca Raggi ha incontrato i rappresentanti del sistema penitenziario degli Stati Uniti del Messico e alcuni funzionari dell’Onu per fare il punto sui possibili sviluppi dell’iniziativa. In concomitanza con quello palermitano, il programma di riscatto e di inserimento sociale avviato dalla Giunta comunale di Roma in collaborazione con la casa circondariale di Rebibbia, è un modello esemplare per il mondo carcerario messicano e non solo. La delegazione di Città del Messico in visita in Italia lo considera infatti una strada possibile di rinnovamento del sistema e di reinserimento da esportare anche a tante altre realtà internazionali. Se il lavoro nobilita l’uomo, è proprio con la manutenzione del verde pubblico, con la pulizia di caditoie, il rifacimento della segnaletica stradale e tanti altri lavoretti di utilità pubblica previsti nel programma, che il detenuto riacquista la propria dignità e la fiducia nelle istituzioni.
Al momento il progetto è esteso solo al carcere di Rebibbia, dove la pena da scontare è più lunga, e vale esclusivamente per i detenuti che si distinguono per buona condotta. Da definire a breve un nuovo Protocollo di Intesa per la casa circondariale femminile di Rebibbia, mentre è da escludere dal modello Regina Coeli dove gli inquilini sono responsabili di reati di piccola entità. Work in progress per gli interventi sul più delicato ambito minorile.

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