65 indagati tra i membri di Casapound per istigazione all’odio razziale

Le violenze di Torre Maura e Casal Bruciato sono finite nel fascicolo della procura di Roma

Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, violenza privata, minacce, adunata sediziosa e apologia di fascismo. Questi i reati per cui 65 membri di Casapound sono indagati dalla procura di Roma. Il Fascicolo era stato aperto all’indomani delle due proteste organizzate dalla formazione neo fascista nel quartieri di Torre Maura, il 2 aprile scorso, e Casal Bruciato, tra il 6 e l’8 maggio. In entrambi i casi un presidio era stato messo in piedi con l’intenzione di proibire alle famiglie legittime assegnatarie di entrare in un centro di accoglienza e nell’appartamento di via Satta. Se a Torre Maura le proteste riuscirono a imporre il dietro front all’amministrazione capitolina che decise di destinare le 70 persone di origine rom ad altri alloggi, a Casal Bruciato la famiglia contestata ha resistito alle minacce ricevute.

Tra i nomi degli indagati figurano quelli del presidente di Casapound, Gianluca Iannone, il vicepresidente Andrea Antonini, e Daniele Ciano, il giovane immortalato dalle telecamere mentre minaccia di stupro la mamma rom con in braccio la figlia. Otto persone erano presenti in entrambe i presidi. Fa discutere l’informativa dei Carabinieri presentata in procura che individua 16 persone appartenenti ai movimenti per la casa presenti a Casal Bruciato per resistenza a pubblico ufficiale, la magistratura li ha iscritti nel registro degli indagati solo per il reato di corteo non autorizzato.

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