Cultura, a Palazzo Barberini la mostra che rende omaggio al lavoro di Mattia e Gregorio Preti

Il perno sul quale poggia tutto è il capolavoro frutto della genialità dei fratelli calabresi attivi nel Seicento, ovvero "L'allegoria dei cinque sensi", tela caravaggesca rimasta in deposito per tanti anni presso il Circolo Ufficiali delle Forze Armate e sottoposta a un importante restauro

Grandi esempi di stile, ricerca, talento. Palazzo Barberini ospita fino al 16 giugno prossimo la mostra intitolata “Il trionfo dei sensi. Nuova luce su Mattia e Gregorio Preti”. Curata da Alessandro Cosma e Yuri Primarosa, l’esposizione include un totale di 12 opere disposte in 2 sale. Il perno sul quale poggia tutto è il capolavoro frutto della genialità dei fratelli calabresi attivi nel Seicento, ovvero “L’allegoria dei cinque sensi”, tela caravaggesca rimasta in deposito per tanti anni presso il Circolo Ufficiali delle Forze Armate e sottoposta a un importante restauro.

Gli altri 11 lavori ammirabili mettono in evidenza da una parte l’attitudine più “accademica” di Gregorio, dall’altra la disinvoltura di un Mattia influenzato da Caravaggio eppure cosciente dei nuovi sviluppi guercineschi e lanfranchiani del barocco romano.

L’allestimento che rende omaggio alla coppia di artisti presenta tele inedite o, comunque, esposte di rado. Tra queste sicuramente “Concerto con scena di buona ventura”, “Cristo davanti a Pilato” e “Cristo che guarisce l’idropico”.

Se “Archimede”, oggi a Varese, e l'”Apostolo” di collezione privata torinese documentano la precoce riflessione di Mattia sulla pittura di Caravaggio e di Jusepe de Ribera, non va dimenticata “Testa di bambina”, ritrovata nei depositi della Galleria Corsini e realizzata tra il 1645 e il 1650.

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