Ex fabbrica penicillina: continuano le proteste

Questa volta è il turno di Casapound

Poche persone del posto e attivisti di Casapound per la manifestazione improvvisata lungo via tiburtina, sotto lo scheletro dell’enorme ex fabbrica di penicillina a Roma.

Più numerosi dei manifestanti le forze di polizia, che inizialmente hanno anche contestato all’organizzatore della protesta la location, intimandoli a spostarsi sulla collinetta che divide la strada dalle abitazioni. Ma nulla è servito a smuovere il gruppetto che con bandiere e qualche striscione esrpimevano così il sentimento espresso da resp casapound

Tra di essi, cittadini del quartiere che non manifestano tanto contro gli imjmigrati, per altri invece non conta neanche se siano immigrati legali o clandestini e si professa apertamente razzista, quanto contro il degradi che da ormai dieci anni contestualizza lo stabile abbandonato a se stesso.

il monumentale edificio ha visto negli anni diverse persone, tra aziende e privati, interessati al suo acquisto e riqualificazione. Ma per le troppe limitazioni nel poter costruire ed il conseguente abbandono degli incestitori, il proprietario dello stabile che da sempre dice di non avere soldi per la demolizione ed il Comune anch’esso in difficoltà economiche per affrontarne il recupero o l’abbattimento, le persone escluse dalla società trovano in questo vuoto decisionale un luogo non luogo dove rifugiarsi, tra immondizia e degrado estremo. E li vediamo e li sentiamo affacciati sulla scala anticendio rispondere, in italiano, ai manifestanti che urlano l’Italia agli italiani. Come se chi ha permesso questo scempio non lo fosse.

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