#ROMADICEBASTA, IL 27 OTTOBRE CITTADINI E COMITATI DI QUARTIERE AL CAMPIDOGLIO CONTRO IL DEGRADO DELLA CITTÀ

E' convocata per il 27 ottobre prossimo la manifestazione #romadicebasta. Cittadini e comitati di quartiere si riuniranno davanti al Campidoglio per dire basta alla situazione di degrado della città e consegneranno alla giunta Raggi le proposte di intervento provenienti dai territori

Sarà un’invasione pacifica quella che il prossimo 27 ottobre porterà cittadini romani, comitati di quartiere e associazioni a manifestare sotto il Campidoglio, contro il “degrado e l’impoverimento economico e culturale” della Capitale.
#romadicebasta è l’hashtag che il gruppo facebook “Tutti per Roma, Roma per tutti” ha lanciato nelle scorse ore per convocare il sit-in, slogan accompagnato da un video che sta lentamente diventando virale sulla rete. A chiamare a raccolta i cittadini stanchi della situazione in cui versa la città, sono sei donne, fondatrici nel maggio scorso del movimento “Roma per tutti tutti per Roma”, che ci tengono però a precisare come il loro non sia un gruppo politico, rivendicando la loro indipendenza dai partiti che nelle ultime ore stanno provando a vario titolo a mettere un cappello all’iniziativa.

Rifiuti, mobilità, cura del verde cittadino, sono queste le criticità più evidenti sulle quali si focalizzerà il sit-in del 27 ottobre. “Vogliamo esprimere una visione politica della città, questo stato di cose non è ineluttabile” ha dichiarato una delle promotrici della manifestazione.
Un piccolo principio di assedio alla giunta Raggi dunque, per esprimere dissenso su una situazione effettivamente critica sotto molti aspetti, ma anche per raccogliere proposte e iniziative provenienti dai territori che saranno poi consegnate all’amministrazione capitolina.

Certo è che se questi cittadini e comitati si fossero mobilitati con la stessa forza negli anni in cui veniva letteralmente smantellato il servizio giardini, passando da 1800 a circa 180 dipendenti per la manutenzione e la cura di oltre 350mila alberi, o durante la chiusura della discarica di Malagrotta senza che ne fosse prevista un’alternativa, o ancora mentre tra parentopoli e appalti, Atac creava un debito di oltre un miliardo di euro, forse non si sarebbe arrivati a una situazione così critica.

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