Rifiuti, l’impianto di Colfelice al collasso: da Roma continua ad arrivare la spazzatura

I sindaci dei paesi di zona sono adirati perché pur non riuscendo a smaltire l'organico, Colfelice riceve con puntualità l'immondizia della Capitale nonostante una proroga scaduta in data 31 marzo

Un problema annoso che, trascinato da mesi, rischia di mandare in tilt un’area piuttosto popolosa nonché estesa. Il tmb di Colfelice, Comune ciociaro, è al collasso. Se da una parte l’impianto si trova costretto a dare forfait riguardo lo smaltimento dei rifiuti organici a causa di problemi di natura tecnica, dall’altra pesa il fatto di dover assecondare la città di Roma che, in una fase così delicata, continua a depositare spazzatura.

La Saf, società incaricata di gestire la struttura, fa sapere che per almeno un semestre bisognerà trovare soluzioni alternative. Se Frosinone sembra averci messo una toppa mandando il cosiddetto “umido” in Abruzzo, le altre località appaiono in affanno poiché sono saturi, oltreché pochi, i siti in Italia che trattano l’organico.

I sindaci dei paesi di zona sono adirati perché pur non riuscendo a smaltire l’organico, Colfelice riceve con puntualità l’immondizia di Roma nonostante una proroga scaduta in data 31 marzo. A quanto pare, la Saf non sa dire di no agli introiti garantiti da Ama, pronta a pagare una tariffa di quasi 140 euro a tonnellata (i Comuni della Ciociaria ne sborsano poco più di 100). Tutto ciò origina un autentico cortocircuito tanto economico quanto ambientale.

Lo scenario non è dei migliori. Di questo passo, Colfelice verrà sempre più sfruttato per trattare i rifiuti indifferenziati della Capitale.

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