Sgomberi. Roma Capitale si prepara ad una nuova stagione. Si parte da via Carlo Felice

Palazzo Senatorio pronto a stilare lista priorità sotto impulso di una circolare del Viminale

Autunno caldo sul fronte sgomberi. Il Campidoglio recepisce la circolare del ministero dell’Interno che sollecita l’esecuzione degli sgomberi degli immobili arbitrariamente occupati. Il primo passo spetterà ai vigili urbani che dovranno valutare le singole situazioni di fragilità ovvero stabilire chi ha diritto a godere dell’assistenza del Campidoglio per trovare una nuova sistemazione. Tale censimento va effettuato con la “massima celerità” e per chi non versi in evidenti situazioni di indigenza, recita la nota: “Potrà essere ritenuta sufficiente l’assunzione di forme più generali di assistenza” rispetto a quella fornita dagli assistenti sociali e solo dopo lo sgombero, si legge ancora, si potrànno “Individuare le soluzioni che possano permettere via via di sostenere i percorsi di inclusione sociale”. A quel punto Roma Capitale farà una proposta di alloggio alternativo agli occupanti. Proposta non negoziabile a cui seguirà l’azione le forze dell’ordine. La nuova formula elaborata dal Viminale prevede che lo sgombero abbia luogo indipendentemente dall’eventuale rifiuto della soluzione proposta dai comuni. Roma Capitale sembra avere posto il palazzo occupato di via Carlo Felice in cima alla sua lista degli immobili da liberare al più presto. Questo metodo sarà sperimentato per la prima volta proprio nello stabile di San Giovanni di proprietà di Bankitalia. Per i circa 80 occupanti la soluzione offerta è il trasferimento in un immobile sito in via Giolitti. Nella lista completa di Palazzo Senatorio saranno inseriti con tutta probabilità altri stabili come quello in via del Policlinico, in via Costi a Tor Cervara, e l’ex sede Inps di via Tuscolana. Durissimo il giudizio dell’Unione Inquilini che parla di “Circolare socialmente aberrante e di polpetta avvelenata lasciata a comuni e Regioni” e a quanto pare anche all’interno della giunta ci sarebbe un fronte contrario all’applicazione della direttiva. Il vice sindaco Bergamo e gli assessori Baldassarre, Montuori e Marzano avrebbero già fatto sapere di essere preoccupati per le conseguenze sociali che l’applicazione della circolare avrebbe sulla città.

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