Racchettopoli, assolto Roberto Goretti: “Il fatto non sussiste”

Emessa la sentenza dal Tribunale di Cremona: prosciolti anche Starace e Bracciali

PERUGIA – Assolto “perché il fatto non sussiste”. Così il Tribunale di Cremona ha chiuso il primo grado del processo “Racchettopoli”. Tutti prosciolti dalle accuse di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva i tre imputati: il Direttore dell’area tecnica del Perugia calcio, Roberto Goretti, e i tennisti Daniele Bracciali e Potito Starace.
La sentenza è arrivata in mattina. Il tribunale si è preso novanta giorni per depositare la motivazione della sentenza. Il pm titolare dell’inchiesta, Carlotta Bernardini, aveva chiesto una condanna a 3 anni per il dirigente perugino e a 2 anni e 8 mesi e 2 anni e 6 mesi per i due tennisti. Nel processo (presieduto dal giudice Francesco Beraglia con a latere i colleghi Giulia Masci ed Elisa Mombelli) Goretti è stato difeso dall’avvocato Antonio De Rensis, già difensore della famiglia Pantani, che era stato chiarissimo al momento dell’ultima udienza prima di Natale: “I testimoni chiamati in aula hanno detto che Goretti non ha fatto alcuna azione per porre in essere alcun tipo di associazione a delinquere”.
Il tribunale ha dunque accolto la tesi difensiva. Non l’impianto accusatorio, nato da una costola del calcio scommesse e che raccontava di un presunto giro di match di tennis truccati tra il 2007 e il 2011, basato essenzialmente su intercettazioni telefoniche e conversazioni Skype. Al momento dell’esplosione del caso, nell’ottobre 2014, Roberto Goretti si era difeso parlando di “leggerezze” e il patron del Perugia Santopadre gli aveva rinnovato la fiducia. Oggi una prima verità. Goretti è stato assolto.

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