Tangenti in cambio di appalti: 24 gli arresti eseguiti dalla Gdf

Politici, funzionari e imprenditori corrotti. Appalti dei ministeri spartiti tramite tangenti. Un flusso finanziario illecito di 12, 8 milioni di euro. Uno scenario disegnato dalla nuova inchiesta della procura...

Politici, funzionari e imprenditori corrotti. Appalti dei ministeri spartiti tramite tangenti. Un flusso finanziario illecito di 12, 8 milioni di euro. Uno scenario disegnato dalla nuova inchiesta della procura guidata da Giuseppe Pignatone e dal Nucleo centrale valutario della Guardia di Finanza. 24 ordini di custodia cautelare -12 in carcere e 12 ai domiciliari – centinaia di perquisizioni delle Fiamme Gialle, attraverso un’operazione denominata Labirinto estesa a diverse città italiane con epicentro nella capitale. Oltre un milione di euro sequestrato sotto forma di immobili, conti correnti e quote societarie a carico di 5 indagati, gravemente indiziati dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, corruzione e riciclaggio, truffa ai danni dello Stato e appropriazione indebita. Figura centrale del sistema criminale il faccendiere Raffaele Pizza, (fratello di Giuseppe Pizza, politico calabrese ex sottosegretario del governo Berlusconi). Il suo ruolo era quello di un’incessante opera di intermediazione allo scopo di far aggiudicare gare pubbliche a determinati imprenditori. L’uomo sempre grazie ai propri contatti con i politici si adoperava anche per favorire la nomina ai vertici di enti e società, di persone a lui vicine, allo scopo di riceverne favori e facilitazioni. Il faccendiere usava uno studio vicino al Parlamento, per ricevere denaro di illecita provenienza, nasconderlo e smistarlo grazie alla collaborazione anche di Antonio Marotta, parlamentare in carica appartenennte al Nuovo centro destra, la formazione politica che fa capo all’attuale ministro dell’Interno Angelino Alfano. Le indagini – valutarie prima e penali poi – hanno permesso agli inquirenti e ai finanzieri di ricostruire l’operatività di una ramificata struttura imprenditoriale illecita che negli anni ha movimentato oltre dieci milioni di euro giustificati da fatture false a scopo di evasione. Per ammorbidire eventuali controlli fiscali e agevolare le pratiche di rimborso delle imposte, il consulente si sarebbe avvalso anche di due dipendenti infedeli dell’Agenzia delle Entrate di Roma, arrestati nel corso delle operazioni delle ultime ore.

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