Sara Di Pietrantonio, strangolata e poi bruciata

L'autopsia rivela alcuni dettagli della dinamica del decesso. Fermo convalidato per l'assassino

Una storia che si sta leggendo al contrario, quella di Sara di Pietrantonio. Il tragico finale è ormai noto, ma le pagine precedenti, i fatti che lo hanno causato si stanno a poco a poco scrivendo. E’ l’autopsia a raccontare dettagli che aggiungono orrore a questo delitto. L’esame, eseguito dal professor Giorgio Bolino, infatti ha dimostrato che la giovane è stata prima strangolata da Paduano e poi bruciata. L’avrebbe rincorsa, afferrata per i capelli e stretta al collo fino a stordirla, a dimostrarlo la frattura sull’osso ioideo causata da una forte pressione. Sara è in balia di quell’uomo, vittima passiva di un amore malato ed è allora che il corpo già cosparso d’alcol viene dato alle fiamme. Che la giovane fosse ancora viva quando è stata bruciata sembrano confermarlo residui carbonosi trovati nei suoi polmoni. La conferma arriverà lunedì in seguito alle analisi sulla presenza di monossido ma al momento questo è sufficiente a dimostrare che Sara abbia respirato fumo pochi attimi prima di morire. Intanto convalidato il fermo per Vincenzo Paduano, il magistrato ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio volontario premeditato e stalking.

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