La città eterna e il suo fascino perduto. I turisti che ogni giorno arrivano a Roma sono tantissimi, attratti in primis dalla sua storia visibile ovunque. Nelle sue chiese, sono più di 900, si possono ammirare i lavori dei più grandi pittori e scultori della storia dell’arte. Ma a renderla speciale sono anche le molte specialità culinarie che offre. Eppure nonostante questo Roma sembra aver perso quel fascino speciale di cui ci parla Charly Wilder in un articolo scritto per il New York Times. Il giornalista americano racconta di ciò che la città ha rappresentato per lo scrittore Tennessee Williams. E’ Roma ad aver ispirato alcuni dei suoi capolavori come “La gatta sul tetto che scotta” e “La rosa tatuata”, la cui riduzione cinematografica avrebbe valso ad Anna Magnani, l’oscar. La città è costantemente presente nei suoi ricordi e nelle sue lettere, confrontata anche con Parigi che lui stesso definisce “deludente”. Roma al contrario era in quegli anni, quelli del dopoguerra e della Dolce Vita, capace di stregare scrittori americani e registi che hanno portato sul grande schermo le meraviglie della città e delle grandi attrici italiane. Williams frequentava i caffè di via veneto, le terrazze degli Hotel in compagnia di altri artisti ed amici ed è da lì che il Times comincia il confronto fra il passato e il presente. La Roma che Williams ha conosciuto ed amato non esiste più, asfaltata da catene anonime di negozi, trappole per turisti e fliali di banche. In via Veneto le trattorie e gli alberghi a catena hanno allontanato il ricordo di ciò che è stato in passato il quartiere, frequentato da attori cantanti e registi e legato al periodo della Dolce Vita grazie a Federico Fellini. Ci sono locali che mantengono solo il nome del loro glorioso passato e oggi apparentemente frequentati conclude il times solo da uomini d’affari in trasferta in compagnia di donne annoiate. I tempi d’oro sono ormai lontani
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